Con tutto l’amore che posso

Risiede in quel tempo particolare che gli antichi greci chiamavano Kairos, il sogno in cui vedo scorrere un bel fiume al posto di quel canalaccio melmoso che ancora attraversa la mia città, vedermi camminare sul lungofiume tenendo per mano una persona speciale.

Ogni volta che va in onda “Con tutto l’amore che posso”. La poesia nascosta nella canzone riesce a trascinarmi dentro una limpida corrente che purtroppo ha un senso unico. Nulla torna indietro, tantomeno le occasioni mancate e il conseguente rammarico, di non aver fatto la cosa giusta al momento giusto.

Sono rimasto fermo come il vecchio salice che intinge i suoi rami nell’acqua. Fermo a sognarla e capace solo di dedicarle infinite volte questa canzone, sperando che anche a lei venga da dire 

Amore mio, ma che cos’hai tu di diverso dalla gente
Di fronte a te che sei per me così importante
Tutto l’amore che io posso è proprio niente

E lungo il Tevere che andava lento lento
Noi ci perdemmo dentro il rosso di un tramonto
Fino a gridare i nostri nomi contro il vento
Tu fai sul serio o no
Tra un walzer pazzo cominciato un po’ per caso
Tra le tue smorfie e le mie dita dentro il naso
Noi due inciampammo contro un bacio all’improvviso
E’ troppo bello per essere vero, per essere vero, per essere vero

Amore mio

Ma che gli hai fatto tu a quest’aria che respiro
E come fai a starmi dentro ogni pensiero
Giuralo ancora che tu esisti per davvero

Amore mio
Ma che cos’hai tu di diverso dalla gente
Di fronte a te che sei per me così importante
Tutto l’amore che io posso è proprio niente
E dopo aver riempito il cielo di parole
Comprammo il pane appena cotto e nacque il sole
Che ci sorprese addormentati sulle scale
La mano nella mano

© 1972 – Claudio Baglioni / Antonio Coggio

Tratto dalla raccolta DEDICHE & RICHIESTE

© 2024 Michele Camillo

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